
CERVETERI - Non seguo abitualmente i consigli comunali. Mi annoiano.
I dibattiti in aula degli enti amministrativi non riescono a catturare il mio interesse. Al contrario, non perdo un minuto delle sedute nelle aule legislative. In Consiglio regionale, per esempio, dove lavoro da oltre vent'anni come giornalista prestando servizio nel corso degli anni in vari uffici. I
eri sera però, ho fatto un'eccezione e ho seguito la seduta del Consiglio comunale di Cerveteri, città dove mi sono trasferito da alcuni anni. Mi sono collegato in streaming verso fine seduta, dove mi sembra sia stata discussa l'approvazione di alcuni, credo importanti, Regolamenti. Il caso e l'orario hanno voluto che mi imbattessi nella presentazione, da parte del consigliere di minoranza
Luigino Bucchi, di una mozione
riguardante l'istituzione degli stalli rosa, ossia gli spazi riservati alla sosta dei veicoli al servizio delle donne in stato di gravidanza o di genitori con un bambino di età non superiore a due anni, meglio conosciuti come 'parcheggi rosa'. La cosa ha scosso il torpore con il quale seguivo il dibattito, e questo perché l'argomento mi sta a cuore. Ricordo quando nel 2010 vennero istituiti ad Anguillara, dove ho vissuto oltre quarant'anni.
L'allora vicesindaco Stefano Paolessi - del quale durante l'anno in cui svolse le funzioni di sindaco curai la comunicazione - ne annunciò l'introduzione. Ammetto di aver contribuito molto alla decisione. Parcheggi che sono in funzione ancora oggi, così come lo sono in decine e decine di Comuni laziali e, ovviamente, nelle restanti regioni.
Tra l'altro, lo Stato ha regolamentato i parcheggi rosa sia con la L.156/2021, sia con il nuovo Codice della Strada entrato in vigore il 10 novembre 2021 (art. 188-bis). Con il Decreto del 7 aprile 2022 ha disciplinato i criteri per l'erogazione di fondi ai Comuni per la loro realizzazione.
Fondi che, se non ricordo male, al momento sono tutti impegnati. E non erano certo due spicci. Il contributo veniva assegnato fino ad un numero massimo a seconda della fascia demografica del Comune. Se a suo tempo il Comune di Cerveteri avesse fatto richiesta, avrebbe potuto istituire 36 stalli ottenendo 18000 euro.
Ma al di là della possibilità o meno di ottenere oggi dei contributi, ieri sera l'introduzione degli stalli rosa meritava di essere approvata. Magari all'unanimità. Invece, sono rimasto sbalordito da quello che è successo.
Per esempio, dal Presidente del Consiglio comunale che è intervenuto al termine dell'illustrazione della mozione con una vera e propria dichiarazione di voto. Contrario, per la cronaca. Per fare chiarezza ai dubbi sollevati sarebbe bastato leggere la normativa entrata recentemente in vigore che stabilisce che coloro che intendano usufruire degli stalli rosa possono essere autorizzati dal Comune di residenza previo rilascio del cosiddetto "permesso rosa".
Ma a parte questo, è la prima volta che mi è capitato di ascoltare una dichiarazione di voto di un presidente di assemblea. In oltre ventitré anni di lavoro in Consiglio regionale non mi è mai, dico mai, capitato. Così come mi ha lasciato perplesso il mancato intervento di consiglieri e consigliere
a sostegno della mozione presentata che per natura è bipartisan. A onor del vero,
la consigliera Mundula si è dissociata dal parere contrario del presidente ma ha poi annunciato l'astensione dal voto in ragione, se non ho capito male - il collegamento non era ottimale - di un piano allo studio che riguarderebbe anche la mobilità, o una cosa del genere. Peccato, pur essendosi distinta con la sua posizione, con un pizzico di coraggio in più e un voto a favore avrebbe svettato ancor più su un dibattito avvilente.
Alla mia cara amica sindaca
Elena Gubetti, invece, è sfuggito che nella sua Torino, il 12 settembre 2022 il Consiglio comunale ha approvato una mozione a favore dei parcheggi rosa con 32 voti favorevoli e un astenuto. Dal canto suo, il Pd, di cui una persona a me carissima - e che sicuramente si risentirà leggendo queste righe - ne è militante convinta, ha scelto di non proferire parola. A maggioranza ribaltata, se la destra avesse respinto una mozione simile
probabilmente sarebbe intervenuta perfino Elly Schlein per denunciare il grave fatto avvenuto in un Comune laziale di media grandezza. Magari da Lilly Gruber.
Eppure, nel Manifesto dei valori del Partito Democratico, approvato il 16 febbraio 2008 è scritto che: "la libertà delle donne sta cambiando il mondo. Le donne si collocano al centro del ripensamento profondo che è in atto e che riguarda i modi in cui si sviluppano le società umane".
Non proprio coerenti ieri sera. Ma ad aver negato il consenso ad una iniziativa che avrebbe meritato appoggio senza se e senza ma (a Ladispoli, per esempio, nel 2014 la mozione dell'allora consigliere di opposizione Alessandro Grando fu approvata dall'amministrazione di centrosinistra ritenendola meritevole),
è stata tutta la maggioranza in un consiglio che conta un'elevata presenza femminile. In fondo, in riferimento al piano accennato da Mundula sarebbe bastato proporre la riformulazione della mozione:
"si impegna il sindaco e la giunta a considerare l'istituzione degli stalli rosa all'interno del prossimo piano...". Credo che il proponente, che non conosco ma mi dicono sia persona sveglia, l'avrebbe accettata. Se si fosse seguita questa strada, il Consiglio comunale non avrebbe chiuso la porta ad un'iniziativa che, da Roma Capitale a Nettuno, Marino, Montefiascone, alle vicine Anguillara, Santa Marinella e Civitavecchia, fino a Cisterna di Latina, Isola Liri, Fondi, e via via in gran parte dei comuni di ogni provincia del Lazio,
nessuna ragione al mondo ha valore per respingerla.
Ci ripensi la maggioranza e inserisca i parcheggi rosa nel piano di riassetto urbano o di mobilità o come diavolo si chiama. Parafrasando Rousseau, ricordo a loro che "Una cattiva scelta non ci tormenta appena compiuta, ma a distanza di molto tempo, quando la si ricorda, perché il ricordo non si spegne".