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Categoria: cultura

Giornalisti&Politici d’Italia SpA

Il libro di Ugo Degl’Innocenti

redazione venerdì 1 marzo 2013
copertina0001 copyDisorientati, ansiosi, qualcuno molto vicino a una crisi di nervi. Così sono apparsi i giornalisti italiani durante lo spoglio delle schede elettorali delle elezioni 2013, mentre appariva evidente l'affermarsi del Movimento 5 stelle.

Presi alla sprovvista dal successo dell'ex comico Beppe Grillo il quale snobba proprio loro, negandosi alle interviste e rivolgendosi ai suoi seguaci solo tramite il web, i cantori del potere, gli aedi dei partiti appaiono oggi inadeguati e poco credibili a una generazione che di giornali e talk show se ne infischia.

Perché? La spiegazione va trovata nella storia del giornalismo italiano, da sempre avvinto come un'edera al potere. "Giornalisti&politici d'Italia SpA", il saggio inchiesta di Ugo Degl'Innocenti, un giornalista fuori dal coro, ne ripercorre le tappe: da Cavour a Mussolini, da Einaudi a Scalfari e Vespa, passando per Santoro, Lilli Gruber, i governatori del Lazio Marrazzo e Storace, professione giornalistica e politica s'intrecciano, dando vita a un modello tutto italiano di giornalismo schierato.

"Giornalisti&politici d'Italia SpA" analizza tale italico modello, confrontandolo con quello liberale anglo-americano (quello del Washington Post che ha costretto alle dimissioni il presidente Nixon, per intenderci) e quello democratico - corporativo dell'Europa continentale, e raccontando giornali e giornalisti schierati di ieri - dalla Rivoluzione francese al fascismo, dall'affermarsi dei giornali di partito nel secondo dopoguerra alla nascita dei "giornali-partito", La Repubblica e Il Giornale di Montanelli, negli anni Settanta – e di oggi – dagli attacchi di Feltri e di Belpietro agli avversari politici di Berlusconi all'informazione militante di Michele Santoro e Concita De Gregorio.

Conclusione: l'insano abbraccio tra politica e giornalismo più che l'indicatore di un flirt è rivelatore di un matrimonio indissolubile. La commistione tra giornalismo e politica, infatti, è stretta a tal punto che si passa dalla professione alla casta e viceversa con tanta disinvoltura, come se per un giornalista non ci fosse alcun impedimento di carattere etico a tornare al proprio lavoro dopo essere sceso nell'arena della politica, come nel caso dell'ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini, o del direttore de il Tempo, Mario Sechi (peraltro, entrambi trombati dall'elettorato nelle elezioni 2013).

Forse solo in Italia ci sono politici che ricevono una pensione anche dall'istituto di previdenza dei giornalisti, come nel caso del senatore a vita Giulio Andreotti. Ma certamente solo in Italia c'è stato un giornalista che ha inventato un movimento politico ed è poi diventato dittatore.

Solo in Italia i giornalisti sono obbligati a essere iscritti a un albo, inventato durante il fascismo per schedare e tenere sotto controllo gli operatori dell'informazione, tenuto da un ente di diritto pubblico qual è l'Ordine dei Giornalisti che, manco a farlo apposta, è oggi presieduto da un ex giornalista parlamentare del Secolo d'Italia, Enzo Iacopino.

"Giornalisti&politici d'Italia SpA" è una tesi di laurea magistrale in editoria multimediale. L'autore è Ugo Degl'Innocenti. Relatore è il giornalista anticasta del Corriere della Sera, Sergio Rizzo. Il libro non ha trovato un editore, quindi è inedito: forse questa è la certificazione della bontà dei contenuti di "Giornalisti&politici d'Italia SpA", libro all'indice della corporazione dei giornalisti e degli editori.

Comunque, chi desiderasse leggerlo, può trovarlo nel sito ilmiolibro.it http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=1010

PS: qualche giornale o telegiornale ha scritto o detto a chiare lettere che Pd e Pdl hanno perso (e che batosta!) le elezioni? Macché: il Pd è arrivato primo, anche se non ha vinto, mentre di Berlusconi s'è cantata la formidabile rimonta rispetto ai sondaggi!

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